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Coronavirus, test sierologici al via in 6 regioni

Hanno generato attesa e sono additati da tutti come uno strumento essenziale della Fase 2. Sono i test sierologici per verificare chi ha avuto l'infezione da Sars-CoV-2. Al momento, però, le Regioni si sono mosse in ordine sparso su questo fronte. Sono 6 quelle che hanno avviato test sierologici nell'ambito di programmi che vedono diverse strategie di campionatura e diverse tecnologie.



Hanno generato attesa e sono additati da tutti come uno strumento essenziale della Fase 2. Sono i test sierologici per verificare chi ha avuto l'infezione da Sars-CoV-2. Al momento, però, le Regioni si sono mosse in ordine sparso su questo fronte. Sono 6 quelle che hanno avviato test sierologici nell'ambito di programmi che vedono diverse strategie di campionatura e diverse tecnologie. La prima Regione in termini di tempo ad avviare l'attività di test è stata il Veneto (31 marzo), l'ultima il Lazio che attiverà il programma lunedì 11 maggio. E' il quadro che emerge dal sesto Instant Report Altems Covid-19, il report settimanale dell'Alta scuola di economia e management dei servizi sanitari dell'Università Cattolica (Campus di Roma), il primo nella Fase 2, arricchito di un nuovo set di indicatori.  Secondo l'analisi del team multidisciplinare composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici e statistici, tutte le Regioni hanno individuato negli operatori sanitari il target primario in questa prima fase; altri target sono forze dell'ordine, lavoratori in azienda o popolazione generale campionata.   I ricercatori hanno fotografato anche la cosiddetta 'readiness' (prontezza) per la Fase 2. E se dall'analisi delle delibere regionali emerge che per la Fase 1 ben 16 Regioni hanno predisposto un provvedimento di 'programmazione sanitaria regionale', al momento "solo Toscana ed Emilia Romagna hanno deliberato un documento di programmazione sanitaria a supporto della gestione nella fase 2", segnala il report. In totale sono 8 le Regioni ad aver dato delle 'Linee di indirizzo per la ripresa delle attività ospedaliere e ambulatoriali' non legate all’emergenza Covid-19: tra queste Toscana ed Emilia Romagna, insieme a Veneto, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. 







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