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Sulle tracce del passato

Aggiornamento: 11 mag 2020

( di Paolo Romeo)

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia. (W. Shakespeare) Diversi appassionati di Storia, diversi anni fa, iniziarono ad incontrarsi per scambiare qualche idea circa le origini di Vigevano, una città curiosa sulle cui origini già da molto tempo meno si sa e più se ne parla esprimendo opinioni spesso controverse e talvolta si formulano congetture basate sul nulla, con un approccio più adatto a chi professa ideologie invece che la ricerca storica. Naturalmente quegli incontri non furono assolutamente risolutivi ma rappresentarono in ogni caso l’occasione per sentirsi stimolati ad iniziare a fare ricerche sulle epoche preromane e quelle successive fino al rinascimento escluso, con l’approccio di chi non sa cosa troverà e quindi non ha verità pregiudiziali. Nel nostro Paese la ricerca deve tener conto dell’immancabile profilo burocratico ma anche di quello giuridico che vieta le attività di ricerca archeologica quando non è autorizzata. Per questa ragione le nostre ricerche si basano sul mix fra la lettura dei libri di Storia, i testi archeologici e l’osservazione delle tracce, numerose, rilevabili dalle mappe e da quanto è visibile, basta vederlo. Anche per questo la nascita di “Vigevano Futura” apre alcune prospettive per il territorio. Gruppo che promuove la rinascita territoriale anche su basi identitarie, “Vigevano Futura” si propone come luogo di coagulo per tutte le risorse culturali che abbiano voglia di dedicarsi alla ricostruzione delle origini della città e del territorio lomellino a cui la città pare legata fin da tempi remoti. Nei prossimi articoli ne parleremo diffusamente e passo dopo passo percorreremo questo viaggio nel tempo che non verrà raccontato con l’approccio di chi spiega né con l’approccio di chi pretende di definire la verità. Verrà invece raccontato con l’approccio dell’osservatore che racconta ciò che vede eventualmente, ma non necessariamente, esprimendo le sue valutazioni. Qual è l’obiettivo di questo viaggio, probabilmente lungo? L’obiettivo è duplice. Da un lato si vuol suscitare curiosità e voglia di partecipare, dall’altro si vuol stimolare i singoli abitanti della terra di Vigevano e della Lomellina a guardare oltre ciò che si vede e aiutarli a vedere le tracce, spesso sottili, del nostro passato ancora oggi visibili nel terreno, nelle strade, nei nomi delle cose e delle persone, ecc… Le nostre origini, quelle di Vigevano nonché quelle della Lomellina, non vanno cercate solo nei libri ma anche sotto i nostri piedi perché è sotto i nostri piedi che, giorno dopo giorno, le tracce del passato anche remoto, si ripresentano anche se vengono ignorate dai più. E se con la nostra serie di racconti di “viaggio” avremo stimolato singoli e gruppi di persone ad avviare la ricerca del passato e magari a coordinarsi con noi per proseguire questa ricerca saremo felici. La ricostruzione dell’identità vigevanese e della lomellina iniziano da nostro passato. Assieme alle tracce della Storia abbiamo trovato e troveremo anche tracce suggestive che pur non facendo parte della Storia propongono riflessioni o, quanto meno, suscitano curiosità. Anche in questo caso noi non facciamo affermazioni ma raccontiamo ciò che abbiamo osservato approfondendole eventualmente. Sul periodo rinascimentale e quello successivo esiste molto. Sul periodo precedente, in particolare sui periodi pre-romano, romano e barbarico esiste davvero poco. Molto di più abbiamo sui periodi successivi, in particolare dal Rinascimento in poi. Non abbiamo né la pretesa né l’obiettivo di colmare noi questa lacuna, ma abbiamo il desiderio di essere fra coloro che promuovono il percorso giusto per restituire a Vigevano la sua identità antica che è la premessa fondamentale per avere un’identità attuale e futura.

Paolo Romeo





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